Era impossibile fare un album più bello di "Accident
of Birth"... e Bruce ci è riuscito alla grande! "The Chemical Wedding" è il
secondo album della formazione che vede l'axe-attack di Roy Z e Adrian Smith,
ed è un concept sul mondo degli alchimisti, ispirato ai lavori di William
Blake e alle sue poesie (la copertina è "The Ghost Of A Flea", sempre del
poliedrico artista).
Come l'alchimista voleva tramutare il ferro in oro, anche nell'album pezzi
di 'ferro', ovvero il più raffinato e grintoso heavy metal moderno, si
alternano a pezzi 'd'oro', cioè canzoni melodiche in cui le linee vocali e
le musiche medievali si fondono in un'unione celestiale. Musicalmente
parlando, l'album è un capolavoro con non solo la 'C', ma anche tutte le
altre lettere maiuscole, e sotterra decisamente il concomitante "Virtual XI"
degli Iron Maiden. Citare un pezzo vuol dire fare torto a uno degli altri 9,
quindi, anche in questo caso, un ascolto a questa gemma imperdibile è più
significativo di tutti i sinonimi di 'capolavoro', 'magnifico',
'insuperabile' e aggettivi simili che si possono trovare. |