Skunkworks, che prende il nome dalla
band che si è formata dopo "Balls to Picasso", è l'album più controverso di
Bruce. Qualsiasi suo passato musicale è infatti lasciato da parte in questo
album dalle sonorità che ricordano il grunge, che comunque vanta uno stile
particolare, che accompagna queste 13 corte canzoni, apparentemente senza un
filo conduttore. L'album non è certo inferiore agli altri, mai come in
Skunkworks sentiamo Bruce libero di provare e di sperimentare ciò che più
gli va di fare: una cosa che mai avrebbe potuto fare al fianco di Steve
Harris. Difficile indicare questa o quella canzone, visto che, pur essendo
l'una diversa dall'altra, sembrano tutte ipotetici b-sides o "buone"
riempinastro, senza una canzone 'più' bella, 'più' veloce, 'più'
memorabile... L'album è stato un flop di vendite, ma, se la gente invece di
sperare dalla carriera di Bruce il "The Number Of The Beast" in versione
solista, riconosce in lui un artista mirabile e moderno, che esplora in
maniera intelligente altre forme di musica anche un pò distanti da ciò che
ha scritto in passato, troverà eccellente quest'album. |